GIOCODIPAROLE




































Anno scolastico 2011/2012

Gruppo 1
parola chiave: GARA

Bum!!!Flash!!!Strack!!!Crock!!!Bang!!!
Si sentiva il rumore delle spade sguainate,tra le popolazioni di Kros e Adam.
Tra i due andava avanti così da mesi, ma ora si avvicinava il giorno delle Olimpiadi.
Tutto era cominciato quando Kros , molto furbo, rapì la moglie di Adam che teneva ancora prigioniera.
Adam che era il principe della Persia, aveva 26 anni, era serio, intelligente, alto e magro, ma molto forte. Anche lui astuto e veloce, aveva occhi marroni e dei capelli biondi come la sabbia. Lui aveva vinto molti trofei e medaglie in molti tornei. La guerra cessò perché Adam e Kros dovevano allenarsi a livello agonistico: gli allenamenti richiedevano molto impegno, attenzione e anche molta energia. Continuavano a provare e a migliorare il loro tempo di corsa, la forza nelle gambe e l’abilita di fare ad alta velocità delle curve molto strette coi carri.
Era il 736 a.C. e ad Atene, come da tradizione, si sarebbero svolte le gare agonistiche organizzate dal re Giulio. Partecipavano gli allievi del principe di Persia, del guerriero Simone, del guerriero Davide, del principe Olaf e del principe William.
Quell’anno i premi in ballo erano davvero eccezionali: la figlia del re ,una statua raffigurante il vincitore e una corona d’oro e ulivo.
Le Olimpiadi si svolgevano in Grecia, però per poter gareggiare si doveva superare il concorso che si svolgeva nella propria nazione. Durante le qualificazioni, che si disputarono prima del campionato, Adam conobbe Aziz e Ginepro. Entrambi passarono felicemente le finali.
Le Olimpiadi iniziarono quella stessa settimana.
Adam, mentre aspettava di entrare nell’arena ripensò ai sacrifici, alle strategie imparate nell’accademia.
A un certo punto si alzarono “le sbarre di ferro”: cinque giocatori entrarono nell’arena, tra cui c’erano i nostri quattro protagonisti.
Si misero a correre come dei fulmini e ogni giocatore si distingueva per la propria uniforme. Adam aveva una divisa di color azzurro con le strisce di color verde acqua. Il suo stemma era la testa di un leone con una folta criniera che si trovava sul petto.
Al terzo giro gli iniziarono a far male le gambe, era primo, ma Kros lo sorpassò durante una curva. Ora Adam era all’ultimo giro di corsa, lui e Kros erano nella stessa posizione quando Adam con tutte le sue forze iniziò a correre velocemente e riuscì ad arrivare primo al traguardo.
Kros gli giurò che si sarebbe vendicato e avrebbe vinto la gara coi carri.
Il giorno dopo iniziò la corsa coi carri alle dodici in punto. Kros aveva un carro nero con disegnate delle lingue di fuoco, al centro della ruota c’era uno spuntone che usciva in fuori. Aveva in mano un frustino per far andare più veloci i cavalli. I suoi puledri erano neri come il buio in una notte tetra.
Adam aveva un carro di colore bianco decorato con dei pomelli d’argento che raffiguravano un cavallo in corsa, i cavalli erano bianchi come il latte. Lui usava solamente una briglia per spronare i cavalli alla massima velocità.
I due iniziarono a correre tanto da sembrare lampi.
Poi ad un certo punto il carro di Kros sbandò, lui cadde, finì sotto un carro. Venne portato in infermeria e morì poco dopo. Adam vinse, la sua gioia fu più immensa quando rivide sua moglie. Si misero a piangere dalla felicità e restarono abbracciati per molto tempo.
Il loro amore da quel giorno fu immenso e vissero sempre felici e contenti.

Gruppo 2
parola chiave: LAVORO

C' era una volta in una discoteca di Los Angeles un DJ di nome Gabrix.
Era un ragazzo sui 20 anni, basso, paffuto, ma affascinante.
Aveva gli occhi azzurri, i capelli neri e un orecchino.
Amava vestirsi con i pantaloni a vita bassa della FRANKIE GARAGE e aveva un cappellino nero dell' ADIDAS. La sua grande passione era ascoltare la musica con le cuffie; viveva in un grattacielo di 150 piani (lui syava al 13esimo piano) con i genitori.
Il suo grande sogno era quello di lavorare come DJ nella discoteca più famosa del mondo: la discoteca ENTIX di Minneapolis.
Inoltre vi interesserà sapere che veniva descritto dai suoi amici come una persona simpatica e “sballata”.
Un giorno, durante un suo concerto, il più grande organizzatore di tour lo vide lavorare e capì subito che aveva talento. Così' decise di proporgli un contratto: organizzare un tour in giro per l'America, e se Gabrix si fosse dimostrato all'altezza, sarebbe entrato a lavorare nella discoteca ENTIX.
Allora il DJ, molto emozionato, accettò, fece i bagagli e partì per il tour.
Dopo ore di viaggio in un jet privato, Gabrix arrivò a New York. Il primo concerto si svolse ai piedi della Statua della Libertà.
Per questo evento accorsero persone da tutto il mondo, vestite per lo più con un abbigliamento tipicamente Gabrix.
C’erano brasiliani, cinesi, africani (e cosi via).
Che, pur avendo pantaloni diversi, avevano l’inconfondibile cappellino nero dell’ADIDAS e Gabrix, dal palco vedeva soltanto un’immensa distesa nera, simile a un mare in tempesta (visto che la folla continuava ad agitarsi) e nel quale avrebbe dovuto”tuffarsi”.
E chi non lo avrebbe fatto? Quindi il DJ prese il coraggio e si lanciò…ma per sua sfortuna la folla si spostò e lui cadde a terra!
Tutti si misero a ridere compreso lui stesso.
E chi non avrebbe riso? Sinceramente io sì, e tu? Per non parlare del tifo!!
Gli africani portarono le vuvuzela, i cinesi le loro fenomenali lanterne e i brasiliani i tamburi.
Altri invece portarono degli striscioni con degli slogan ad esempio:
SEI TUTTI NOI !!
oppure:
GABRIX CANTACI “I LOVE MY BIKE”.
Infatti, dovete sapere, che questa era la sua prima canzone, ed era famosa in tutto il mondo.
Grazie all'evento si incassarono milioni di dollari e l'organizzatore, fiero del DJ, iniziò a credere nelle sue capacità.
Il tour continuò con questo ritmo e dopo un mese, l'organizzatore convocò Gabrix nel suo ufficio :
“Caro Gabrix, ti ho convocato per un solo motivo: visto che in questo mese mi hai molto entusiasmato ed inoltre mi hai fatto incassare un mucchio di dollari, ho deciso che sarai tu il nuovo DJ di ENTIX”.
Allora Gabrix rispose : “Grazie, per me è davvero un onore!”.
Uscì saltellando dall'ufficio, non riusciva più a tenere la sua euforia, cantava, rideva, lodava e ringraziava Dio per tanta grazia: il suo sogno si era finalmente realizzato!.
Il giorno dopo si mise subito all'opera e ripensando ai vecchi tempi si vide quando era un povero dilettante timoroso e spaventato: adesso si sentiva un vero professionista.


Gruppo 3
parola chiave: STAZIONE

“Sono in ritardo !”
“Devo sbrigarmi”
Massimo correva...
“Accidenti! Non c'è la faccio! Quella maledetta sveglia!”
“Per un pelo!”
Massimo era arrivato alla stazione di Milano. Era grande , con biglietterie , cartolerie , bar e negozi di ogni genere.
La stazione era piena come sempre e il rumore del treno copriva le voci della gente .
Massimo salì sul treno e aspettò il fischio del capotreno; intanto tra la folla, che affannosamente raggiungeva il binario e trovava posto in uno dei vagoni, vide un uomo con il giubbotto di pelle marrone scuro , un cappello dello stesso colore e occhiale scuri.
Il fischio arrivò .
Massimo incominciò a controllare i biglietti e rivide l'uomo misterioso , controllò il suo biglietto e andò avanti nei vagoni adempiendo con serietà al suo lavoro. Quando ebbe finito , tornò indietro e non vide più l'uomo, si girò intorno e lo vide entrare in un muro . Massimo sbalordito andò nel luogo della scomparsa e la sua attenzione fu attirata da una porta mai vista prima .
Massimo vi entrò e vide un luogo triste, senza colori , con ragni , ragnatele , polvere e con il cielo grigio . Incuriosito volle esplorare la stanza e, mentre camminava, trovò una chiave d'oro con sopra inciso il n°28.
“Che cosa aprirà ? Una porta o un cancello?
Centra per caso con quell'uomo?” Massimo continuò a pensarci e, dopo qualche minuto, ricominciò le sue ricerche.
Ad un tratto trovò una porta con inciso 28 !
Il controllore cercò di aprirla, ma non ce la fece ; poi , però , si ricordò della chiave che aveva trovato , con inciso , il numero 28 la usò e la porta si aprì!
Massimo entrò nella nuova stanza, che all'inizio sembrava molto bella, con tanti colori, ma all'improvviso ...divenne come la camera precedente , anzi più triste e, a differenza dell'altra, aveva una città tutta distrutta .
A Massimo ricordava qualcosa , ma non sapeva cosa, intanto camminava, osservava, esplorava fino a quando arrivò in una stazione , ma non una stazione come le altre, un'aria di mistero areeggiava e, per lungo tempo, in realtà molto breve, non fu chiaro dove fosse finito. Era la stazione in cui lavorava Massimo ! Lui spaventato e affascinato allo stesso tempo , decise di seguirlo.
Camminando arrivò dove era l'ultimo treno su cui era salito e qui tutta la sua attenzione fu attirata dall'uomo misterioso.
Lui con tutto il suo coraggio andò da lui e iniziò col domandargli : “Chi sei?” e l'uomo “ Sono Tasci e adesso ti spiego dove ti ho fatto venire”.
“Era ora !” Esclamò Massimo, felice di poter avere una risposta a tutte le sue domande .
“Devi sapere che qui siamo in un mondo parallelo e qui , se ti impegni, riuscirai ad esaurire il tuo sogno e a trovare un tesoro!”
“Wao ! Che bello! Da dove devo iniziare le mie ricerche?”
“Esattamente dal posto dove sei ora”.
Massimo avrebbe voluto chiedere altro, ma non ne ebbe il tempo. Tasci era scomparso.
Il controllore non avendo la minima idea da dove iniziare a cercare , andò sul treno che aveva di fronte e iniziò di lì la sua ricerca . Passarono le ore ma del tesoro neanche l'ombra.
All' improvviso Massimo capì che doveva ritornare indietro, esattamente da dove era arrivato: dalla porta misteriosa! Fu allora che un mostro a tre occhi, di colore verde, gli comparve d'avanti e lo azzannò in pancia. Con le ultime energie che gli rimanevano, Massimo uccise il mostro con l'aiuto di Tasci che all'improvviso si trovò lì, proprio al suo fianco.
La paura era stata tanta, ma con l'aiuto di Tasci, Massimo si riprese subito.
Insieme ritornarono alla porta misteriosa. L'entrata era ormai libera da ogni essere mostruoso e il tesoro era proprio lì davanti a loro.
Massimo non fece in tempo ad aprire il tesoro, si ritrovò al di fuori del mondo parallelo a casa sua senza Tasci: il suo sogno si era realizzato: vivere una vera avventura...
Adesso il nostro protagonista sta facendo il suo ultimo anno di lavoro e ogni giorno si reca nel luogo dove c'è la porta da cui ha avuto inizio la sua avventura.
Cari lettori, per il momento non abbiamo più niente da raccontarvi, perchè ormai l'avventura del nostro controllore Massimo Gitastucci è finita, ma chissà , magari un giorno, scriveremo ancora per raccontarvi nuove avventure e vivere con voi nuove emozioni..

Gruppo 4
parola chiave: BURATTINO

In Italia c’è una regione che si chiama Sicilia. Dove il lavoro è molto rispettato.
Qui tutti sono felici: cantano e ballano molto. In Sicilia, tra le famose compagnie di burattinai, ne vive uno tutto colorato di nome Fuoco. Di quale compagnia fa parte? Nessuno lo sa, ma la sua storia tutti ormai la conoscono perché di mille imprese è il protagonista.
Questi ha il potere di far crescere le piante in un secondo. Grazie a queste sue qualità, Fuoco aveva trovato, ancor giovinetto, lavoro nei campi dei contadini.
Ogni sera , nel suo teatrino, Fuoco inventava uno spettacolo diverso e, con la sua bellissima voce, intonava la famosa melodia “Il gatto e la volpe” di Bennato.
Questi spettacoli regalavano tanto divertimento e risate soprattutto al pubblico dei bambini.
Un giorno Fuoco è andato da un burattinaio perché si era rotta una parte della sua mano di legno. Era da giorni che sentiva un dolore atroce alla mano sinistra, ma pensava che non era niente di grave. Non aveva mai capito come era potuto succedere: aveva finito il suo spettacolo e poi aveva sentito un dolore violento dilatarsi nella mano, un liquido giallastro gli usciva dal polso: “sangue” pensò. Angustiato dal male, Fuoco, corse dal burattinaio.
Il burattino, di nome Geppetto, aveva provato più volte ad operare la mano; ma non ci era riuscito.
Geppetto aveva portato Fuoco da Cornelius, il suo capo, ma questi: “non mi interessa!” aveva detto con arroganza alla richiesta d’aiuto di Geppetto.
“Ma, signore, ho operato la mano più volte senza risultati!” continuò Geppetto.
“Non mi importa! Io mi occupo solo di burattini famosi!” e con questo cacciò il burattinaio e Fuoco. Vista la gravità del caso, Geppetto decise di aiutare Fuoco nei suoi spettacoli ormai diventati famosi. Un sera Geppetto, mentre stava sistemando la scenografia, vide un uomo che versava uno strano liquido sulle piante di Fuoco. L’ aiutante urlò: “HEI TU, COSA STAI FACENDO?” ma l’uomo scappò. Geppetto andò a controllare le piante e, grazie sempre alle sue abilità, riuscì a capire che si trattava di un liquido velenoso!
Geppetto corse a rivelare tutto ciò che aveva visto a Fuoco che chiese: “Come è possibile? Dobbiamo trovare un modo per sapere che cosa vuole da noi!”
Così attesero la sera dopo e, come previsto, l’uomo si presentò. Ma questa volta non avvelenò le piante: lanciò i pomodori a Fuoco durante lo spettacolo.
Geppetto imbestialito e anche incuriosito riuscì a prenderlo e gli chiese:
- “Chi sei?”
- “Sono un burattinaio”
- “Cosa vuoi da noi? Perché ti comporti così?”
- “Non riesco a sopportare il fatto che mia figlia, Dora, non voglia più ascoltare le mie storie! Vuole solo quelle di Fuoco! Ed io sono disperato. Andate via!”.
“Sento ancora nelle orecchie le sue accuse violente”. Cosa aveva detto Dora al padre? Dora accusava il padre di tutte quelle figuracce che faceva fare a Fuoco durante le sue scenografie. Le storie di Jack, il padre di Dora, erano meno divertenti di quelle del burattino: senza magia, senza risate, insomma senza niente. Tutti gli aiutanti di Jack stavano svanendo nel nulla perché dicevano che Fuoco e Geppetto erano conosciuti in tutta la Sicilia e nessuno voleva ascoltare più la compagnia di Jack. Quella sera il nostro burattinaio Jack aveva pensato e ripensato a ciò che sua figlia gli aveva detto e non riusciva a darsi pace.
Così Geppetto adirato, ma anche commosso, portò l’uomo da Fuoco che dispiaciuto gli propose: “Perché non entri nella nostra compagnia ed inserisci i tuoi burattini nel mio spettacolo? Così la tua bambina amerà anche le tue storie!!”.
L’uomo un po’ scettico, ci pensò su, pensò a cosa stava rinunciando, a quale prezzo avrebbe preso tale decisione. Per la prima volta nella sua vita si rese conto che sua figlia era più importante di tutto il resto e così accettò senza esitare ancora. Così Fuoco e il burattinaio fecero tanti spettacoli insieme, Dora fu felice di vedere i burattini, che ormai conosceva da bambina, nelle storie di Fuoco.

Gruppo 5
parola chiave: MUSICA

Il nuovo lavoro di Sebastian è molto interessante: fa la guardia notturna.
Una notte, sente una musica bellissima e si dirige verso la porta bianca dietro la quale ci sono tante porte, ognuna con una vita diversa. Mentre una musica si sparge per il corridoio.
Incuriosito, va verso la prima porta, quella viola, lì c’è la vita di un pittore: nel suo laboratorio niente è fuori posto, è tutto ordinato, il muro tutto bianco con spruzzi e macchie multicolori create da lui.
Sebastian è incantato perché di giorno tutto è fermo e immobile.
Visto che non ama l’arte, decide di cambiare porta: entra in una porta arancione dove c’è la vita di un muratore.
Appena entrato si sentono rumori assordanti: martelli pneumatici, trapani, trivelle rotanti e molto altro.
Nella stanza c’è molta polvere e quindi Sebastian non riesce a vedere bene, perciò passa alla porta successiva: quella gialla .
All’ interno c’è la vita di un calciatore: entrato nel campo si trova nel mezzo di una partita molto importante, si tratta della finale dei Mondiali.
Visto che a Sebastian non piace il calcio, cambia porta.
La penultima porta è d’argento e c’è la vita di un artigiano che crea manufatti di creta e argilla.
È molto simpatico l’artigiano, ma la creatività non è per lui quindi spera nell’ ultima porta: quella arcobaleno .
Appena entrato resta affascinato dalla bellezza dell’universo.
Vede tutti i pianeti, satelliti e perfino gli astronauti della NASA.
Questo è il sogno che Sebastian aspettava da molto tempo.
Tornato dal viaggio incantato riflette: ”Che bello! Forse anch’io potrò diventare un mitico astronauta come loro! Non vedo l’ora di andare all’accademia di arti spaziali".
D’improvviso viene svegliato dall’abbaiare del cane da guardia di nome Laki.
Nella sua testa c’è una confusione tremenda: non capisce se ha viaggiato veramente o se è solo un sogno. Si accorge che è frutto della sua fantasia, però, pensa, comunque che è stata un’avventura più che fantastica. Meravigliosa.

Nessun commento:

Posta un commento