L’esperienza: un viaggio nel buio
Vedere il mondo senza la vista
I ragazzi della II F all’Istituto dei ciechi
Lainate- <<Un’esperienza
indimenticabile>>, così è definito il percorso al buio dai ragazzi della
II F della scuola E. Fermi di Lainate che il primo marzo hanno visitato ed
esplorato l’Istituto dei ciechi a Milano.
I ragazzi sono partiti dalla
scuola emozionati e non sono stati delusi dall’esperienza: un percorso di
un’ora completamente al buio guidati da un cieco.
<<Siamo entrati in un
corridoio dove ci hanno dato un bastone come quello dei ciechi. In seguito
siamo stati guidati da un cieco al buio. E’ stato incredibile: riuscivo a
sentire tutto ciò che mi circondava: sotto i piedi sentivo chiaramente i sassi,
intorno a me il profumo degli alberi, cosa che, se avessi avuto la vista non
avrei mai percepito.>>.
Così si esprime un’alunna rimasta
impressionata dall’abilità dei non vedenti.
<<Questo percorso è stato
creato per far comprendere ai ragazzi come servirsi degli altri sensi. Molti
pensavano di “imparare” a d essere ciechi in quest’ora, ma per quello non basta
una vita>>, queste le parole di una guida.
Il percorso consisteva nell’attraversamento di
un finto parco, dove bisognava riconoscere le piante da cui erano circondati,
la presenza dell’acqua e di un ponte su cui era necessario passare per aver
accesso ad un’altra stanza il cui pavimento era ricoperto da un materiale soffice che i ragazzi dovevano
riconoscere come sabbia.
<<Il nostro modo di vedere
era l’immaginazione >> le parole
di una ragazza descrivono alla perfezione il percorso. Infatti, grazie al fatto
di aver riconosciuto la sabbia, hanno potuto provare ad andare su una barca completamente
al buio essendo coscienti di muoversi.
Logicamente, molti si stanno
chiedendo se qualcuno di loro non avesse avuto paura. Infatti è capitato che
una ragazzina si sia sentita male a causa della sua fobia per il buio.
<< Non obblighiamo nessuno
a fare questa esperienza, e se qualcuno a paura ha il diritto di
ritirarsi.>>
I ragazzi erano seguiti da una “guida Jolly “ che accompagnava fuori chi
aveva paura e dava sostegno a quelli presi dal panico che non riuscivano a
seguire il gruppo.
Ma il percorso non è piaciuto
solo ai ragazzi: <<Essere ciechi deve essere orribile, non si riesce a
comprendere l’aspetto delle cose meravigliose che ci circondano>> ha
affermato la docente accompagnatrice.
Abbiamo fermato un ragazzo e gli
abbiamo chiesto se , secondo lui, era meglio “ diventare ciechi” o esserlo
dalla nascita: << Meglio dalla nascita: se lo ci diventa dopo si subirà,
molto probabilmente, un trauma non indifferente. La cosa che mi ha stupito che
una volta nel buio riesci a capire come può diventare difficile riconoscere le
cose che noi facciamo passare per normali e come queste possano essere
importanti.>>
Il ragionamento non fa una piega,
e molti dei suoi compagni si sono rivelati d’accordo, ma non tutti
<<Secondo me, è meglio diventare ciechi: si hai un’idea di ciò che ti
circonda potendo immaginartelo con chiarezza>> .
Si può capire che i ragazzi sono
rimasti molto impressionati e colpiti.
Mentre venivano intervistati sono
state pronunciate molte volte le parole: << Ringrazio di avere la vista,
ringrazio Dio di essere così fortunato>>.
E hanno ragione.
Giulia A.